Paul Klee

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             Dulcamara

Paul Klee nasce in svizzera alla fine dell’800, rappresenta insieme a Wassily Kandinskj, il pittore che ha dato il maggior contributi all’astrattismo, senza però farne una un’unica forma espressiva. A differenza di Kandisky, klee utilizza anche l’astrattismo per evocare e rappresentare tramite linee e colori quell’invisibile che abbiamo nel nostro profondo, è un punto di partenza per una pittura che mira a rappresentare senza alcun confine il mondo delle forme e delle idee.

 

 Flora

 

La sua carriera all’inizio è in dubbio perché  votato alla musica e all’arte contemporaneamente. In principio sembra che si dedichi alla musica, grande violinista, già a 11 anni diventa membro dell’orchestra municipale di Berna, ma poi si rende conto che il mondo in cui evidentemente può dare di più è quello della pittura, all’inizio della grafica, la conquista del colore sarà un passo successivo.

 

 

 Nei primi anni del 900 viaggia in Italia in cui si scopre pittore, scopre città come Roma, Napoli, Firenze, Genova, ma più delle altre a segnare il suo percorso è stata Napoli con il suo acquario dove impara a conoscere il mondo animale del mediterraneo.  Nei suoi diari descrive come sia rimasto impressionato dalla tematica della natura, la osserva con occhi satirici ma anche con particolare serietà, specialmente nelle opere tarde questo motivo torna ricorrente, in particolare quello della natura marina

Gold fish

 

 

 

“ i polipi sono immersi nella sabbia come l’umanità in attesa del giudizio universale”,

 

 

 Paul Klee è rimasto sempre abbastanza appartato rispetto ai più famosi, ciò nonostante ha dato vita a un mondo visivo nuovo, di solito siamo abituati a sentire parlare di Picasso, di kandinskij ma klee ci insegna a vedere in maniera differente “l’occhio dell’osservatore di un’opera si deve muovere sul dipinto come una pecora al pascolo”.

 

 

 

                                Fuga in rosso

Non appartiene a nessuna avanguardia, ma le vive e le attraversa avvicinandosi di volta in volta ai diversi stili mantenendo una sua cifra stilistica personalissima che lo porta molto spesso a cercare un parallelismo con la musica, vista anche la sua formazione. Fuga in rosso è uno degli esempi di questo modo di interpretare la musica, le figure che si alternano in grandezze e intensità di colore sembrano seguire le vibrazioni del suono di una melodia, una canzone, uno stato d’animo in cammino, sembra quasi di sentire il rombo dei tamburi e l’oboe padroneggiare.

 

 

 

 

   Adamo ed Eva  

                    Dalla provincia di Berna si trasferisce a Monaco di Baviera dove frequenta l’accademia delle belle arti, a 30 anni conosce artisti come Marc, Macke e Kandinskij, con i quali crea il gruppo del “cavaliere azzurro” ( Der Blau Reiter), che si avvicinava più al senso dei Fauves  francesi piuttosto che ai precedenti tedeschi della Die Brucke, aveva come base un senso lirico e gioioso della vita, e nulla di relativo alla politica. Gli artisti del secolo erano insoddisfatti della realtà proposta dagli espressionisti, ardeva la voglia di fuggire dal mondo, di tornare ad uno stato primitivo, di uscire fuori da quello schema reimpostato, già visto, già omologato. Le prime opere del Blau Reiter avevano infatti una spinta essenzialista, pura, come quella di un bambino. L'artista, per ritrovare se stesso, con il minor artificio possibile dopo la corruzione della vita "civile", deve ripercorrere l'esistenza a ritroso per scoprire il mondo magico e primitivo dell'"Incoscienza". Ma, mentre per il bambino e per il pazzo (come per l'orientale) l'atto del disegno è necessità interiore e riveste una funzione liberatoria, l'artista nella nostra concezione, vigile e lucido davanti alla sua realizzazione, vuol fare soprattutto un'opera d'arte.

"Chi si sforza non potrà mai gioire del terrestre e raggiungerà con difficoltà i presupposti interiori della creazione"

 

 

 

 

                                    Improvvisazione XII

 

L’ammirazione nei confronti di Kandinskij lo fece avvicinare alle sue teorie sui collegamenti dei colori, delle forme e degli stati d’animo, ma rifiutò sempre il suo esasperato spiritualismo. Kandinskij era per un’astrazione pura dell’arte, senza alcun contatto oggettivo con la realtà, una concezione ascetica in cui lo spirito è opposto alla materia. I primi lavori astratti di kandinskij hanno il nome di improvvisazioni, sono dei veri e propri trampolini di lancio per abbandonarsi alla liricità delle forme in cui l’elemento mistico si stacca dalla condizione materiale e si unisce all’essenza suprema e pura dello spirito, cerca dunque di dar vita a delle risonanze nell’animo di chi lo osserva.

                   

                     The light to much else

 

 

 

 

 

 

Klee invece si definisce un astratto con qualche ricordo con l’intenzione di penetrare la realtà, secondo il suo pensiero l’arte avrebbe la capacità di afferrare il senso creativo della natura. Un quadro è una vera e propria costruzione, grazie all’intelletto il sentimento diventa acuto, nitido, cristallino. Non crea improvvisazioni ma illuminazioni, dalla nostra luce interiore nasce un lampo che penetra nella realtà e la scopre nel suo essere primario. “Io vivo il mondo intermedio, il mondo abitato dai morti e dai non nati”, cioè il mondo delle possibilità che non si sono date e che spetta a lui in qualche modo realizzare, e aggiunge, “più vicino degli altri al cuore della creazione ma non abbastanza vicino”. Lo stesso anno conobbe Delaunay, pittore cubista concentrato nella ricerca sul colore e sulla luce che lo influenzarono in attente riflessioni e studi. Ma la vera svolta fu il viaggio a Tunisi, qui Paul si impadronì totalmente del colore e inizia a prediligere tonalità calde all’interno delle sue creazioni.

 

                                          Bauhaus

 

Nel 1920 dopo 3 anni di trincea venne chiamato dall’architetto Waltern Gropius (il creatore della bauhause) ad insegnare pittura. “arte e tecnologia: una nuova unità” questo era il motto del Bauhaus, il cui intento era quello di formare un moderno ordine di artigiani cancellando le barriere fra artigiani e artisti. Klee insegnò prima  rilegatura e poi pittura su vetro e murale. Preparava le sue lezioni nei minimi dettagli, in maniera quasi maniacale, come insegnante aveva un pubblico diviso nelle sue considerazioni, alcuni studenti non riuscivano ad afferrare alcun senso dalle sue onerose lezioni, altri si divertivano ricavandone oro. Restava pur sempre un artista, e come tale rispettava il suo ruolo in primis senza preoccuparsi troppo delle conseguenze delle sue improvvise assenze scolastiche o delle difficoltà economiche che la scuola dovette attraversare. Seguirono poi crisi di coscienza, fino a che klee decise di lasciare Dessau e trasferirsi all’accademia delle belle arti di Düsseldorf. Era il periodo nazista e tedeschi non vedevano di buon occhio gli artisti moderni con simpatie per la sinistra, fu licenziato dal direttore nazionalsocialista e tornò in Svizzera

            

                      

 

 

 

 

 

 

 

  Palloncino rosso

 

Alcuni uomini si sentono superiori alla loro inferiorità quando cercano volontariamente di annullare l'altra persona cercando di giocare malignamente con le sue debolezze
(Klee)

 

 

 

 

 

 

 

 

                                Acque agitate

Da osservare con attenzione durante la sua evoluzione è la linea di Klee, è proprio con lei che riusciamo a percepire l’evoluzione del suo genio. Realizza delle opere sostanzialmente astratte in cui suggerisce un’idea di dialettica tra il centro e la periferia, fra un tema primario, che in Acque agitate è lo scorrere in diagonale di queste onde e dei temi secondari che sono altre onde che intersecano quella principale.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Strada principale e strade secondarie

Mentre in strada principale e strade secondarie rappresenta principalmente una scala, una salita che ci porta verso l’alto con dei colori morbidi, semplici e raffinati e come tema secondario, le strade secondarie,delle scale che creano delle possibili deviazioni, dei percorsi alternativi a quello principale, anche dei motivi di disturbo, dei motivi che a seconda del nostro stato d’animo possiamo apprezzare o meno, ma in ogni caso comprendere, è un’opera che parla alla sensibilità umana, a un percorso vitale, e la linea così sottile serve a coprire il meno possibile  quell’invisibile che ha dato vita a questa creazione, “l’arte non deve riprodurre il visibile ma deve rendere visibile” , la pittura non deve essere riproduttiva, per quello c’è la fotografia, l’artista è in grado di trasformare il dato che a noi sembra di vedere in un qualcosa che a ben vedere noi non vedevamo prima, come se il dato diventasse un dono, qualcosa di inaspettato, questa è la forza di klee, far apparire all’interno del dato, il possibile.

Strada principale e strade secondarie

Rappresenta la vita, perlomeno quello che gli trasmette, quello che vede attraverso gli occhi, la mente e l’anima. È una visione completa, dal visibile all’invisibile, percettibile tramite parole, musica, gesti, e riproducibile tramite il suo stile, unico, che magari a un primo colpo d’occhio lascia interdetti, ma se ci si lascia andare si riesce a cavalcare quella stessa onda correndo il gradevole rischio di caderci e immergersi completamente.

 

 

 Ci sono 2 linee in klee, una linea sottilissima che è quella del periodo del bauhause che va dagli anni 20 agli anni 30, poi c’è la linea dell’ultimo klee, quando ormai è ammalato, dove la linea diventa spessa, larga e la dimensione dell’artista si prende e diventa tragica come prima non lo era.

 

                        Città su due colline

La linea è libera, si intreccia un labirinto di piccole forme geometriche, i colori si richiamano e si contrastano sfumandosi andando a creare una sorta di inno a Portoferro, la città sulle due colline.

                

                   

 

 

 Tod und Feue

Negli ultimi anni di vita mise su tela una lunga analisi sul  dolore, le linee sono più spesse, nere, drammatiche, fu colpito da una terribile malattia, la sclerodermia che lo obbligò ad alimentarsi con cibi liquidi, questo male terribile che indurisce i muscoli interni lo portò a sentirsi come in equilibrio su un filo dal quale poteva cadere da un momento all’altro. I critici lo definirono un pazzo, lui rispose creando opere come Ein Doppel-Schreier un urlo disperato di fronte al crepuscolo della vita e del mondo.

 

 

 o come "Tod und Feuer", "Morte e fuoco", uno degli ultimi dipinti. Bocca, occhi e naso di un teschio grigiastro disegnano la parola TOD, morte; il fuoco della guerra si avvicina e anche Klee si prepara alla fine. Muore il 29 giugno dopo appena 5 anni dall’esordio della malattia, . lasciandoci un patrimonio di pensieri, attimi, riflessioni e poesie, con le cure di oggi sarebbe riuscito a sopravvivere molto più a lungo e avrebbe continuato a far nascere capolavori che di certo avrebbero continuato a precorrere e illuminare il tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

“Alla fine aveva ragione Foscolo, diceva che “solo con l’arte si resta immortali”, però bisogna essere poeti o musicisti, e se non sei ne poeta ne musicista muori e vieni dimenticato”

(dal film: Come te nessuno mai.)

 

 

 

 

Anche i film sono una forma d’arte, tutto ciò capace di produrre emozioni lo è, e Klee a mio avviso se oggi fosse ancora vivo sarebbe anche un regista al pari di Almodòvar, con le sue immagini, i suoi colori, la sua poesia. Ancora oggi lo ricordiamo e continua ad emozionarci con le sue linee e la sua fantasia, riesce a ricordarci che dentro abbiamo qualcosa in più rispetto a quello che siamo abituati a pensare, mi piace ricordarlo e riproporlo con lo stesso estro con il quale lui ci ha mostrato il suo mondo, e penso che con questo omaggio ne sarebbe contento, una rivisitazione di “strada principale e strade secondarie” associata ai nostri giorni con un corpo sovrapposto ad esprimere una delle conseguenze della nostra società: L’uomo e la strada sono due elementi obbligati a navigare insieme, restare ancorati alla rotta può risultare difficile, ma non impossibile, oggi l’essere umano ha bisogno di avere un cammino da seguire, le strade laterali sono talmente tante che basta un attimo per perdersi, in fin dei conti nasciamo nudi.