Boccioni
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E se si nasce in un paese radicato nella sua storia il rischio è quello di non riuscire a crescere. Ma la forza e la voglia di salire non possono fermare una mente futurista. A allora Boccioni decide di lasciare la terra nativa, dalla Calabria decide di lasciare la terra nativa, dalla Calabria arriva a Forlì, poi Genova, Padova e Catania, fino a raggiungere Roma, dove con Balla approfondisce le tecniche divisioniste di Pablo e Georges. Nella primavera del 1906 arriva a Parigi, la sua sete ancora però non è colmata, e allora raggiunge la Russia per poi tornare in Italia e vivere di studio all’accademia delle belle arti di Venezia. A Monaco conosce lo Sturm und drang e l’influsso dei preraffaelliti inglesi. Torna armato di empiriche avanguardie, ricco di nozioni e voglia di creazioni. Forme uniche nella continuità dello spazio è la velocità del tempo che soffia addosso all’uomo, segnandolo sul corpo lo trasforma passivamente in una figura ancorata al presente costretta a relazionarsi con un futuro imminente.
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