Picasso
Da Malaga a La Caruna, passando per Barcellona gli occhi di un ventenne traspirano immagini legate a degli ideali e a dei principi che lo accompagneranno per il resto della propria vita. Un padre pittore che invoglia ed esalta suo figlio non può che accrescere in lui la voglia e la passione di perseverare e vincere sempre a testa alta. È la storia di Pablo, Picasso, il cognome di certo più noto del suo passato. La grinta e la contestazione, l’originalità e l’arroganza sono le parole che seguono la sua grandezza. Razionalmente istintivo persevera nei suoi principi emozionando in primis se stesso e poi gli altri. La povera gente è povera spesso per decisione dei ricchi, la povertà di denaro, di una casa, delle sfarzosità di cui amano circondarsi i borghesi coperti d’oro fanno si che il povero si arricchisca fino ad esplodere di quella forza che porta a tirare a campare, con dignità e consapevolezza di cio che si è e di quella che è la propria realtà. Gli anta fatti di vita vera non possono restare inosservati.
Ma la lotta sociale non è fatta di amore e passione carnale, e Pablo difronte a tanta frivola poesia contorce il tratto e lo squadra. E allora basta essere morbidi, basta restare attaccati al passato, spogliamoci della nostra civiltà e lasciamo spazio ai nostri primordiali istinti, al nostro io, e non per forza in relazione agli altri che ci circondano, ma a chi vogliamo che lo faccia. Paura, accoglienza, repulsione , attrazione, spigoli, sesso. Siamo tutto questo, perché perdersi dietro a delle linee astratte? Lo spazio c’è ed è con lui che le nostre linee prendono vita entrando a far parte della coscienza.