Mirò
Ma perché reprimersi in dei miti razionali? Perché cercare di dar vita a delle icone quando nell’animo abbiamo migliaia di simboli e colori capaci di evolversi in forme astratte ma conformi a una realtà percepibile quasi al tatto. Il mito non è fuori ma dentro la coscienza. E Mirò lo ha capito bene.” L’immobilità mi impressiona. Questa bottiglia, questo bicchiere, un ciottolo su una spiaggia deserta, sono cose immobili ma scatenano nel mio spirito profondi sconvolgimenti. L’immobilità per me evoca grandi spazi in cui si producono movimenti che non hanno fine. È, come diceva Kant, l’irruzione immediata dell’infinito nel finito. Un ciottolo, che è un oggetto finito e immobile mi suggerisce non solo dei movimenti, ma movimenti infiniti, che nei miei quadri si traducono in forme simili a scintille che erompono dalla cornice come da un vulcano.
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