James Abbott McNeill Whistler

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Era il 1834 quando venne alla luce uno tra i più musicali pittori dell’800 James Abbott McNeill Whistler. Sin da piccolo conobbe il fascino degli spostamenti e di quelle facce che ti restano stampate addosso e segnano nell’animo accompagnandoti per tutta la vita. Cercarono di plagiarlo durante l’adolescenza, ma un spirito libero non può rilegarsi in un’accademia militare così come non può limitarsi alla stampa con cera e inchiostro su delle lastre di zinco; uno spirito libero deve seguire il suo istinto e andare là dove è possibile lasciarlo andare.

A Parigi si sa non si resta immuni all’eleganza e all’opulenza dell’arte di cui è pregna, si può però restare feriti per non essere compresi, ciò che non si conosce fa spesso paura, ancor di più se si comprende la bellezza che non si è riusciti a cogliere per tempo.  è inutile far finta di niente e denigrarla, gli occhi parlano aldilà delle parole.

Al piano.

 

 Al piano  è un’opera che parla attraverso lo scorrere delle immagini, i tratti sono nitidi ma allo stesso tempo anche irregolari. È impossibile riuscire a vedere il quadro per intero con un solo sguardo, l’occhio vi si perde. C’è un senso di pietà, rispetto e speranza nei confronti della vita che se da una parte finisce, dall’altra consapevolmente continua senza sporcarsi di rabbia o ipocrisia, ma con dignità e rispetto. Ad apprezzarlo fu Courbet, ma a remunerarlo gli inglesi, e così, messi sulla bilancia la benevolenza e l’accoglienza trovò casa in Inghilterra dove continuò a nutrirsi di arte.                                                                  

 

 

“Come la musica è la poesia del suono, così la pittura è la poesia della vista” talmente era complesso che i critici stessi lo associarono ad uno stile musicale..  e lui ne fu ben contento, non era un pessimista, ne tanto meno un propagandista, era un esteta, amante della pittura e dell’integrità della sua opera, poetico e affascinante giocò su questo ruolo musicale dando vita a delle “sinfonie” colorate, prima fra tutte la numero 1, in bianco. 

è un omaggio alla sua amata a quella pelle bianca e candida, a quei capelli color del fuoco e alla sua grazia, pulita senza allusioni sessuali. 

Sinfonia in bianco n1

 

Persino Courbet non rimase indifferente alla giovane  irlandese Joanna Hiffernan,  durante uno dei loro viaggi anche lui la dipinse, certamente senza lo stesso trasporto amoroso, ma comunque con ammirazione, rendendo omaggio alla sua folta chioma a farla apparire come una medusa, dalla pelle perlata e ancora inesplorata. Comincia così il gioco intrigante della seduzione, da un lato l’amore etereo, puro, casto, ammirevole, di un uomo elegante e fine,  dall’altro la presa dura ed aggressiva di un uomo abituato a farsi sentire e a prendere, ma soprattutto a mostrare, quello che vuole. Non nascondo la mia invidia per la giovane Jo, ogni donna sogna d’essere la musa di un’artista e lei ne ha avuti ben due.     

La bella irlandese.

      

 

     

 

 

 

 

Sinfonia in bianco n2

Whistler continua a coltivare la sua passione creando altre sinfonie, la N 2 rappresenta sempre la bella irlandese con queste sue vesti eteree intenta in situazioni di casa con oggetti che iniziano ad arrivare da un mondo orientale, James rimane infatti affascinato da questo mondo fatto di decori e rasi, fiori e oggetti eleganti portati da donne capaci di manifestare la propria bellezza e femminilità senza doversi scoprire. Continua a perdersi nelle sinuosità della bella Jo, la quale però, forse stanca di tante attenzioni, per così dire pulite, in un mondo fatto di artisti, creativi, poeti, mistici, e visionari, più volte fu attratta dai lavori di Courbet, fino a divenire non più un semplice ritratto davanti ad uno specchio, ma l’immagine vera e propria di uno scandalo, tra due amici, tra la società,e  nell’arte stessa, in cui si comprese in pieno che è inutile porre dei freni, l’arte è disinibizione, e la natura non và mascherata.

L'Origine du monde.

Per Whistler “Dire al pittore che la natura va presa com'è, è come dire al pianista che può sedersi sul pianoforte”.

 Per Courbet “L'immaginazione in arte consiste nel sapere trovare l'espressione più completa di una cosa esistente, ma mai nel supporre questa cosa o nel crearla”

 

 

 

 

 

 

 

 

    Capricci in viola e oro.

Se ne và in Cile, fu un viaggio lungo e faticoso grazie al quale comprese che la bellezza formale delle arti orientali era ciò che lo gratificava, inizia ad usare le stampe e le porcellane all’interno dei suo dipinti, un mondo ordinato ma eccentrico, capace di colorare restando composto, senza deridere o spalancare ma decorando, con grazia e pudore, la tela.

 

È ormai un uomo libero, libero dal realismo del tempo, dalle imposizioni sociali, ha i suoi principi e le sue passioni che condivide con persone che come lui allora, vivevano della propria personalità senza vergognarsi di quello che erano : Baudelaire, Degas, Manet, con loro portò l’impressionismo a Londra senza mai cadere in qualunquismi scontati. Sottolinea il suo rifiuto a quella morale dell’arte con scopi diversi da quelli estetici intitolando le sue opere come degli  spartiti musicali: sinfonia, accordo, arrangiamento, capriccio, notturno.

    Notturno                                             Peacock Room

https://encrypted-tbn0.gstatic.com/images?q=tbn:ANd9GcSgPyvPQI-OYG7e2PDARezj1azv3jMwVdXd9EbVWxvdmkydBxLw9whttps://www.asia.si.edu/exhibitions/online/peacock/images/peacockswide400.jpgEd è proprio nei notturni che comincia la sua fine.  Dopo aver cominciato le decorazioni del Peacock Room nella casa di Londra del suo patrono  Frederick Leyland, e aver concluso i lavori con una bella lite finita in malo modo, nel 1877 espose la sua serie di notturni, i quali non ebbero un buon consenso da parte del critico Ruskin che non si limitò a dolci parole nel diffamarli. Allorchè James stanco di tutte queste vicende decise di non lasciare andare e gli fece causa.  Vinse nominalmente, perse economicamente fino a dover lasciare Londra per  Venezia, dove in poco più di un anno ritrova la forza di tornare nella sua casa londinese ed affrontare di nuovo il suo mondo. Nel 1884, viene nominato membro della Society of British Artists, di cui, due anni dopo, viene eletto Presidente. 

 

 

Sinfonia in rosa

Non era un donnaiolo ma era stato ferito nell’orgoglio. E come può un uomo riuscire a ridare amore dopo essersi spezzato il cuore? Il tempo ha bisogno di passare e di portarsi via tutto lo schifo che ci ha portato di fronte agli occhi. Non rimase da solo, trovò un’altra musa Maud Franklin.

Un altro amore, un’altra sinfonia, stavolta in rosa e fiori di pesco, un rapporto beato, tranquillo, di casa, rimasero insieme per 11 anni molti pensavano che fossero sposati, ma in realtà non verbalizzarono mai il loro amore.

 

Durante il periodo del processo Maud era incinta e Whistler stavolta non si comportò da uomo per bene, le mentì spudoratamente appoggiandosi con un amico da Parigi che le girava delle lettere mentre lui era a Venezia. La bambina nacque senza la registrazione del padre. Comunque poi lo raggiunsero dopo la dichiarazione ufficiale del fallimento. Maud  cercò di riprendersi il suo uomo, lo servì, onorò gli ospiti, cercò di riconquistarlo, ma già allora Whistler aveva negli occhi un’altra donna Beatrix 'Trixie' Godwin, vedova di un suo caro amico l’architetto Edward W. Godwin. Tornato a Londra si separò definitivamente da Maud e si sposò con Beatrice. Fu un amore intenso, ricco di scambi intellettuali e pieno di passione, subito dopo il matrimonio le dedicò un ritratto per immortalare la delicatezza con la quale riusciva a indossare quella veste, uno schizzo improvvisato, dettato dal cuore. 

   

   Beatrix 'Trixie' Godwin

Purtroppo la malattia prese il sopravvento, la colpì e lentamente la lasciò morire, Whistler le rimase vicino fino all’ultimo istante, continuando ad ammirare la sua bellezza come se nulla la stesse scalfendo, la dipinse anche mentre era nel letto, tra le lenzuola, senza mai staccarle gli occhi di dosso. Un amore vero, senza inganni e tradimenti, portato al termine dalla natura.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Composizione in grigio e nero.

La sua ultima musa è stata, per così dire, la sua prima donna, sua madre. Non è il ritratto di una donna triste e cupa, ma di una donna forte e coraggiosa, capace di attraversare l’oceano da sola per raggiungere suo figlio nel momento del bisogno, una donna la cui vita non è stata facile, ripieghi, tradimenti, figli a carico, e comunque non si è abbattuta. La forza è nell’animo di ognuno di noi, basta esserne consapevoli, tutto il resto è solo fantasia.

 

Un amico ha detto : "In un attimo si scopre che non sta conversando, lui disegna parole lasciando impronte nel suono, è il senso di essere interpretati da chi ascolta".

Whistler è stato e rimarrà sempre uno dei padri del movimento estetico del 900, con la sua grazia, la sua armonia, le sue note, il suo rispetto per l’arte e per le donne, le sue più grandi passioni.